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Debito greco…debito tedesco…

Intendiamoci io non ho una gran simpatia per chi spende e spande e penso che ognuno si debba prendere le proprie responsabilità, ma fatico a capire quale sia la differenza tra il debito Greco e quello Tedesco visto che il secondo è stato rinegoziato ed alleggerito per favorire la ripresa tedesca nel dopoguerra.


Cornuti e Maziati

Dunque… guardate un po’ Cameron in Parlamento, non solo noi italioti siamo dei pirla che si beccano un sacco di disgraziati, ma come se questo non bastasse siamo pure i coglioni che non li controllano… Sarà anche vero, ma direi che sarebe lecito aspettarsi un po’ più di aiuto da parte dei partner europei.

In Grecia intanto le istituzioni finanziarie europee affermano che il governo dovrebbe tagliare maggiormente le pensioni, tagliare la sanità, aumentare le aliquote i.v.a. e non rompere le palle alle aziende che fatturano più di 500k euro. Il debito creato ad arte alle banche facendo credere alla gente che potevano vivere di debiti dovrà essere pagato dai più deboli….

Questa non è l’Europa che ho sostenuto fin da ragazzino… questa è una merda governata dalle banche e dobbiamo uscirne il più in fretta possibile… solo l’Europa delle persone potrebbe salvarci… non questi miserabili in giacca e cravatta!

Non ho ancora sentito ne Francia ne UK dire se l’Italia non riesce a gestire l’influsso ci pensiamo noi… noooo ci pensino quei coglioni mangiaspaghettichitarraemandolino!


La Grecia è sarda… è santa… è salvia… è salva, la Grecia è salva.

Come cambia il significato delle parole in questi tempi tribolati.

Riporto la (lunga) definizione che il dizionario Treccani associa alla definizione di “salvo”:

salvo agg. [lat. salvus, della stessa radice di salus «salute»]. –

a. Che ha superato un pericolo, anche grave, senza subire alcun danno; incolume, illeso, intatto: è difficile uscire salvi da imprese di quel tipo; l’aereo è stato costretto a un atterraggio di fortuna, ma i passeggeri sono s.; le ferite sono abbastanza gravi, ma pare che gli organi vitali siano s.; come rafforzativo di sano (anche senza riferimento a pericoli reali): siamo rientrati a casa sani e s.; è tornato dal viaggio sano e s.; eccomi qua, sano e salvo! Raro, e solo ant., sicuro da danni e pericoli: Costor sian salvi infino a l’altro scheggio (Dante). Col primo sign., anche riferito a cose: la carrozzeria è andata distrutta, ma il motore è s.; il pacco è arrivato sano e s.; e di cosa astratta: tutto è perduto, ma l’onore è s.; la sua reputazione è salva.

b. Fuori di pericolo, che non corre più alcun pericolo: il bambino è nato con difficoltà, ma ormai è s.; è ancora in camera di rianimazione, ma è ormai s.; grazie a Dio, siamo s.; se il vento si calma, possiamo dirci s.; sono salvo!, come esclamazione, vedendosi ormai fuori di un pericolo, anche non grave (per esempio, dopo aver attraversato la strada in pieno traffico, o evitato un’interrogazione a scuola, scansato un seccatore, e sim.). In senso spirituale, che ha raggiunto la salvezza eterna, e non corre perciò più il pericolo della dannazione: pregavano perché la sua anima fosse s.; chi ha fede sarà salvo.

Allo Swap, ovvero il taglio e la rimodulazione del debito, hanno aderito molti creditori, più dell’ottantacinque per cento, percentuale che arriva al novantacinque e sette mediante l’attivazione delle clausole di azione collettiva (Cac), che in pratica obbligano i creditori ad aderire alla ristrutturazione del debito.

Quindi la Grecia è uscita dalla sua situazione senza danni… peccato che la moria dei posti di lavoro, l’impoverimento della popolazione, l’aumento dei suicidi e gli edifici bruciati nel centro di Atene raccontino un’altra verità, quella di un popolo che sta entrando in un baratro di cui non si vede il fondo.

Va bene, si potrebbe obiettare, allora si può applicare la definizione b, la Grecia ha attraversato un periodo difficile ma ora il peggio è passato, e il paese non corre più pericolo.

Purtroppo l’operazione non mette affatto al sicuro la Grecia, i sacrifici non garantiscono per nulla una certa tranquillità se non a questa alle generazioni future.

La cancellazione di parte del debito dei privati porterebbe a togliere 107 miliardi di Euro dal fardello che pesa sulla Grecia, quindi ci sarebbe una riduzione da 357 a 240 miliardi di Euro, apparentemente una bella sforbiciata, ma purtroppo insufficiente.

Basti considerare che il debito greco a fine 2008, all’inizio della crisi, era di circa 263 miliardi di Euro per capire come la situazione sia destinata a tornare disperata a breve termine.

Questo deriva da due fattori, prima di tutto il debito in mano a BCE e FMI non è stato toccato, secondariamente la Grecia ha un deficit in crescita e un PIL in calo, il che getta una seria ipoteca sulla possibilità che il paese riesca a ripagare il suo debito, non a caso sono pronti altri prestiti (anche se curare un drogato con la droga non è una grande idea) che alla fine porteranno al collasso del paese ellenico.

Ma allora perché insitere e lottare per ottenere la partecipazione “volontaria” dei creditori al taglio e alla ristrutturazione del debito, perché non andare semplicemente al fallimento, cosa che se fosse stata fatta due anni fa avrebbe comportato un dissesto di circa la metà rispetto a quello attuale?

Semplicemente perché un fallimento non mascherato avrebbe comportato che i CDS in possesso dei creditori di Atene sarebbero stati esigibili; a questo punto una spiegazione si impone, i famigerati Credit Default Swamp sono strumenti finanziari che in un mondo normale sarebbero inesistenti, si tratta di certificati assicurativi sul fallimento di una società o di uno stato.

In pratica il creditore acquista un CDS pagando a una banca o a una assicurazione una parte del valore del credito concesso, e in caso di fallimento del debitore chi ha emesso il CDS risponde del debito.

Il bello è che non solo chi ha concesso il prestito può chiedere un CDS, e il valore assicurato non è limitato in alcun modo, praticamente è come se voi, nel mondo normale, assicuraste l’auto di un amico per dieci milioni di Euro, sperando che un incidente vi faccia diventare ricchi. Adesso però tecnicamente la Grecia non è fallita, i suoi creditori hanno “volontariamente” aderito alla ristrutturazione e i CDS non sono esigibili… come se il vostro amico andasse a sbattere e l’assicurazione vi dicesse “si, ma l’auto non si è distruta completamente, ma solo per il 50%”.

Ovviamente questo è un enorme vantaggio per le banche e le assicurazioni, che in caso di fallimento avrebbero dovuto tirar fuori almeno 60 miliardi di Euro, purtroppo per il popolo greco significa altri sacrifici (che in ogni caso avrebbe dovuto affrontare) senza la speranza che la situazione migliori.

Unica nota positiva è che forse i CDS cadranno in disuso, visto il modo con cui sono stati aggirati credo che ben pochi abbiano ancora voglia di pagare per niente, piccola consolazione di fronte al massacro di un popolo, il post da quale ho tratto la vignetta di Mauro Biani ha un titolo che definisce bene chi ci governa: Cravattari.


Grecia in caduta libera ed altre follie

Quelli di Pontifex non si smentiscono mai… purtroppo riescono a dare nuove sfumature al termine “bigotto” fino a farlo confondere con “pericoloso”. Leggendo il post sulla morte di Whitney Houston non posso che pensare che la mamma dei cretini sia sempre incinta! Ancora una volta questi ipocriti decidono che la libera scelta è peccato e che solo loro hanno le chiavi dello scrigno della verità.

Di ben altro parla questo blog su “il fatto quotidiano”. Anche se l’articolo tocca un argomento interessante come la globalizzazione ad ogni costo e vorrebbe sponsorizzare gli acquisti a chilometri zero, la parte più interessante sono i commenti. C’è chi si è sentito offeso per il tono, chi dice un semplice “chi se ne frega, se le fragole fuori stagione ci sono io me le mangio e non penso a cosa c’è dietro”. Intendiamoci, non credo che ci si debba privare di un cestino di fragole a febbraio, ma sarebbe corretto considerare che è quantomeno folle che costino meno delle fragole di serra prodotte in Italia pur provenendo dall’Australia. Credo che la base di discussione dovrebbe essere stata la pazzia di non considerare nel costo totale delle merci trasportate i danni alle strade e l’inquinamento (impatto ambientale) per far viaggiare le merci per mezzo mondo. Quello che intendo è che se le strade vengono distrutte dai camion il costo viene socializzato (tasse) mentre chi rompe le strade non paga, a mio avviso, il dovuto. E’ pur vero che questo costo sostenuto dai trasportatori si rifletterebbe sulle merci, ma per ragioni di mercato diventerebbe forse più competitivo produrre in loco… rendendo meno competitivo per le aziende produrre in Bulgaria e vendere in Italia.

Credo che però il focus vada mantenuto sulla Grecia. In questo post si dipinge uno scenario decisamente preoccupante, non solo per la Grecia, ma anche per noi. Se si accetterà di svalutare di molto il costo del lavoro in Grecia non vedo come potremo impedire di fare la medesima cosa in Italia con ovvie conseguenze. L’autore afferma, numeri alla mano che il salario minimo in Grecia sia effettivamente troppo alto, ma che è semplicemente folle imporre un calo del 22%. Propone anche alcune soluzioni per cercare di far recuperare competitività alla sua nazione. Forse quella più importante consiste nel recupero della legalità e nella giustizia sociale. Nessun lavoratore in nero e salari agganciati alla crescita nazionale. In un passaggio tratteggia anche il partito trasversale fautore del ritorno alla dracma.  Destra nazionalista e sinistra radicale, con il sostegno sentito di intestatari di conti bancari svizzeri, imprenditori offshore, evasori fiscali e speculatori vari. Una bella compagnia davvero!

L’Italia è in rotta verso la medesima tempesta? Forse si….